Antonio Boatto (1936 - 2015) nasce a San Stino di Livenza (Venezia) e conclude la formazione culturale classica e artistica a Milano, città che segna anche l’inizio della sua attività, prima come insegnante e poi di artista.
Convinto della validità estetica del movimento filosofico postmoderno, la introduce nella propria pratica artistica, dedicandosi alla pittura e alla scultura con uno stile nuovo e autonomo.
Attraversa gli ultimi decenni della vicenda figurativa italiana realizzando numerosi lavori di livello storico e 388 opere sacre di medie e grandi dimensioni, distribuite in 115 chiese in Italia e all’estero.
Tra queste si annoverano il Presbiterio della Chiesa di St. Ann’s a New York City (1995 - 2000), la Volta del Duomo di San Marco a Pordenone (1999), l’Abside del Santuario Madonna Queen National Shrine di Boston (1998 - 2001), e la Porta Maggiore della Cattedrale di Vicenza (2000), che rappresenta la vita di Maria in ventiquattro episodi, numero che segna un primato nella storia artistica della cristianità.
La sua ricerca puntuale nell’ambito estetico e filosofico lo convince, nel 2009, a voltare radicalmente pagina con l’invenzione dell’ Amorfo, termine e concetto assolutamente nuovi nel panorama artistico contemporaneo.
L’amore onnipresente per la letteratura e il pensiero critico, ben leggibile nei suoi manufatti artistici, emerge anche nella raccolta di poesie Sfinitezza, Libreria al Segno Editrice (2006), nelle riflessioni filosofiche del Diario Metafisico, Editoriale Programma (2008), Parvula - quarantatre microstorie, Bonaccorso Editore (2009), Via della Croce, itinerario religioso per immagini in collaborazione con Pietro Nonis, Libreria al Segno Editrice (2010), L’Ora Sesta, poesie, Libreria al Segno Editrice (2010), e ne ll Tempio di Carne, racconti, Bonaccorso Editore (2014).